In occasione della ricorrenza internazionale del Giorno della Memoria, in programma il 27 Gennaio 2018.
“Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”
Albert Einstein
E’ difficile trovare, in occasioni come queste, le parole giuste per ricordare una tragedia come la Shoah.
Ma per noi che oltre a quello agonistico privilegiamo l’aspetto culturale e sociale dello stare insieme in occasione di una partita di calcio, credo sia quasi naturale richiamare tutti ad una riflessione su quello che è stato perché non si ripeta mai più.
Anche il mondo del calcio, del resto, ha avuto numerose vittime in quel tragico periodo e, tra i tanti, ci piace ricordare Arpad Weisz, allenatore dell’Inter, poi passato al Novara e al Bologna. Costretto a lasciare con la sua famiglia l’Italia, nel 1939 si spostò in Olanda, dove, dopo l’occupazione nazista, venne catturato e avviato al campo di Auschwitz con la moglie e i suoi due bambini.
Analogamente, Ernest Erbstein, allenatore del Grande Torino, anch’egli costretto a lasciare l’Italia non riuscì mai ad arrivare in Olanda, come avrebbe voluto.
Questo, è al contempo il giorno della memoria e della riflessione perché possa ormai ritenersi unanimemente condivisa l’idea che non esistono distinzioni basate sulle idee, sulle appartenenze religiose o, peggio su quella che da taluno è stata definita “razza”.
A tale proposito, anzi, nell’invitare i Dirigenti, gli Allenatori, le calciatrici ed i calciatori che svolgono attività nell’ambito della Lega Nazionale Dilettanti a raccogliersi in un momento di riflessione in ricordo di tutte le vittime della Shoah , voglio citare, per farla mia, una notissima frase di Primo Levi “L’olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.”
Cosimo Sibilia